In collaborazione con la sede di Parma di IZSLER - Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna - https://www.izsler.it/
BOCCONI AVVELENATI: COSA SONO?
I bocconi avvelenati sono preparazioni spesso realizzate nel modo più disparato. I bocconi sono generalmente costituiti da carne (pollo, bovino, salsicce) contenenti veleni, sostanze tossiche o nocive, compresi frammenti di vetro, plastica e metallo, materiale esplodente o in grado di causare intossicazioni con gravi lesioni che frequentemente possono determinare la morte del soggetto che li ingerisce. Pertanto, a seconda dei casi, l’azione letale può essere di tipo meccanico, attraverso l’ostruzione delle vie aeree o attraverso l’azione lesiva di corpi taglienti sull’apparato digerente, oppure essere determinata da sostanze tossiche. Queste ultime agiscono a livello nervoso, respiratorio o inibendo la coagulazione del sangue (anticoagulanti), causando emorragie diffuse. I tempi di comparsa dei sintomi e il tipo di sintomatologia dipendono dalla sostanza impiegata e dalla sua concentrazione.
Dal punto di vista sanitario, la pericolosità riguarda non solo gli animali domestici o selvatici, a cui i bocconi sono indirizzati, ma anche l’uomo e l’ambiente.
COSA DICE LA LEGGE?
Anche se fino agli anni ’70 il loro utilizzo era consentito dalla legge per il controllo della fauna cosiddetta “nociva”, da allora in avanti è stato assolutamente vietato, pur rimanendone il retaggio come diffusa pratica illegale.
Qui viene approfondita l’evoluzione normativa sui bocconi avvelenati:
Situazione Avvelenamenti – Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali (izslt.it)
Mentre qui sono raccolte le Ordinanze Ministeriali di riferimento
Normativa – Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali (izslt.it)
La normativa vigente (Ordinanza Ministero della Salute del 12 luglio 2019 ”Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” e s.m.i.) prevede che, in caso di segnalazione di sospetto boccone avvelenato o di sospetto avvelenamento pervenuto dal Portale Nazionale degli avvelenamenti dolosi degli Animali, il Sindaco provveda a far eseguire la bonifica della zona e l’apposizione di cartellonistica per avvisare la cittadinanza, oltre a dare disposizioni per l’apertura delle indagini e per l’intensificazione dei controlli.
I VELENI: COSA SONO E QUALI SINTOMI CAUSANO
A questo link sono presenti le schede dei tossici, che ne riportano le caratteristiche, le modalità di azione, i segni clinici manifestati a seguito dell’assunzione e le lesioni anatomopatologiche causate.
Schede tossici – Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali (izslt.it)
AVVELENAMENTI SECONDARI INDOTTI DA ANTICOAGULANTI RODENTICIDI (ARs)
Nel territorio comunale si sono verificati diversi episodi di rinvenimento di bustine di rodenticida pronte all’uso sparpagliate sul suolo pubblico in aree accessibili sia alla popolazione che agli animali domestici e alla fauna selvatica. Questa pratica è assolutamente deprecabile poiché è pericolosissima, infatti espone ad un enorme rischio i bambini, che potrebbero venire erroneamente tratti in inganno da colori vivaci dei preparati rodenticidi (rosso, blu, verde), gli animali domestici, soprattutto i cani, che potrebbero ingerirle spinti dalla curiosità, e l’avifauna urbana, che ha l’abitudine di cercare cibo fra gli avanzi.
Quindi è estremamente importante evitare il “fai da te” ed affidare le operazioni di derattizzazione a ditte specializzate, che dispongono degli appositi erogatori di esche rodenticide, nelle quali possono entrare a nutrirsi soltanto i roditori grazie alla presenza di un foro di entrata di diametro selettivo.
Negli ultimi anni, poi, sono stati registrati anche numerosi casi di animali domestici e di fauna selvatica risultati avvelenati da Anticoagulanti Rodenticidi (ARs). Questi sono definiti avvelenamenti secondari, poiché si verificano quando animali non bersaglio dell’intervento di derattizzazione (gatti o esemplari di fauna selvatica) catturano roditori che, pur avendo ingerito esche rodenticide, sono ancora in vita, poiché queste ultime impiegano alcuni giorni per espletare il loro effetto letale.
Questo fenomeno sta aumentando considerevolmente in seguito agli interventi di derattizzazione sempre più massicci per il controllo delle popolazioni di roditori sia nei pressi delle abitazioni che nelle zone rurali.
Numerose pubblicazioni scientifiche riportano gli effetti secondari non voluti di queste sostanze sugli animali domestici e sull’intera catena alimentare (di seguito una selezione di articoli).
(PDF) Asymptomatic Anticoagulant Rodenticide Exposure in Dogs and Cats-A French and Belgian Rural and Urban Areas Study (researchgate.net)
(PDF) A review: poisoning by anticoagulant rodenticides in non-target animals globally (researchgate.net)
(PDF) Anticoagulant Rodenticides in Nocturnal Birds of Prey: A European Perspective (researchgate.net)
(PDF) Field evidence of secondary poisoning of foxes (Vulpes vulpes) and Buzzards (Buteo buteo) by bromadiolone, a 4-year survey (researchgate.net)
Second-generation anticoagulant rodenticides in the blood of obligate and facultative European avian scavengers - ScienceDirect
Exposure of stone marten (Martes foina) and polecat (Mustela putorius) to anticoagulant rodenticides: Effects of regulatory restrictions of rodenticide use - ScienceDirect
Greater predisposition to second generation anticoagulant rodenticide exposure in red foxes (Vulpes vulpes) weakened by suspected infectious disease - ScienceDirect
(PDF) Anticoagulant rodenticides are climbing the food chain to the top: a first proof of widespread positivity in grey wolves (Canis lupus) (researchgate.net)
Occorre ricordare che per prevenire le infestazioni di topi e ratti esistono tutta una serie di misure strutturali e gestionali, note con il nome di pest proofing, volte ad impedire l’accesso ai luoghi di alimentazione, di rifugio e di riproduzione, permettendo così di ridurre il quantitativo di rodenticidi utilizzati. Le popolazioni murine, infatti, non possono mai essere eliminate ma semplicemente tenute sotto controllo qualora la loro proliferazione diventi eccessiva.
COME SEGNALARE UN PRESUNTO BOCCONE AVVELENTATO E UN SOSPETTO AVVELENAMENTO
In caso di ritrovamento di un sospetto boccone avvelenato, il materiale sospetto non deve essere toccato senza guanti, né odorato perché l’esca potrebbe contenere sostanze tossiche volatili, velenose anche per inalazione, bisogna, pertanto, segnalare il ritrovamento al Corpo di Polizia Locale, contattando direttamente la Centrale Operativa al numero 0521-218000, ed attendere fino al recupero del materiale sospetto, che verrà conferito dagli Agenti dapprima al Servizio Veterinario dell’AUSL di Parma, per la registrazione della segnalazione, e subito dopo all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna per le analisi del campione.
In caso di sintomi di sospetto avvelenamento oppure di ingestione di un sospetto boccone avvelenato da parte del proprio animale domestico occorre rivolgersi immediatamente al proprio veterinario di fiducia, che valuterà la situazione e procederà, nel caso lo ritenesse necessario, ad effettuare sul Portale Nazionale Avvelenamenti le comunicazioni previste per legge.
PER APPROFINDIRE L’ARGOMENTO
Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali (izslt.it)
Materiale divulgativo – Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali (izslt.it)
Il progetto LIFE Antidoto